giovedì 28 gennaio 2016

Recensione - After di Anna Todd

Buon pomeriggio lettori! Allora, siete stati bombardati anche voi nell'ultimo periodo da queste copertine tutte belle colorate e sfumate con una gigante parola AFTER stampata davanti? Ecco, si. Sono cascata anch'io nel tranello. Non fraintendetemi, io non ho amato il libro come tutte le persone (?!) che stanno letteralmente impazzendo per questa serie. La mia non è una recensione positiva, per cui se avete amato la storia, bene per voi. Io no... quindi questo è il mio pensiero. Accettatelo.

Titolo: After (After#1)
Autore: Anna Todd
Editore: Sperling & Kupfer
Prezzo: 14,90
Pagine: 425
Data uscita: 09 Giugno 2015
Ambiziosa, riservata e con un ragazzo perfetto che l'aspetta a casa, Tessa ama pensare di avere il controllo della sua vita. Al primo anno di college, il suo futuro sembra già segnato: una laurea, un buon lavoro, un matrimonio felice... Sembra, perché Tessa fa a malapena in tempo a mettere piede nel campus che subito s'imbatte in Hardin. E da allora niente è più come prima. Lui è il classico cattivo ragazzo, tutto fascino e sregolatezza, arrabbiato con il mondo, arrogante e ribelle, pieno di piercing e tatuaggi. E la persona più detestabile che Tessa abbia mai conosciuto. Eppure, il giorno in cui si ritrova sola con lui nella sua stanza, non può fare a meno di baciarlo. Un bacio che cambierà tutto. E accenderà in lei una passione incontrollabile. Una passione che, contro ogni previsione, sembra reciproca. Nonostante Hardin, per ogni passo che fa verso di lei, con un altro poi retroceda. Per entrambi sarebbe più facile arrendersi e voltare pagina, ma se stare insieme è difficile, a tratti impossibile, lo è ancora di più stare lontani. Quello che c'è tra Tessa e Hardin è solo una storia sbagliata o l'inizio di un amore infinito? Che sia davvero questo l'amore?

C'è una cosa che mi preoccupa particolarmente. Ovvero, visto il grande successo e il tanto parlare di After (più i libri ovunque a tempi record), non vorrei mai e poi mai che attragga e venga letto da un'adolescente. Alle madri a giro consiglierei caldamente di stare attente, di questi tempi, al contenuto dei libri che potrebbero leggere i loro "ragazzi". Ma perché? Perché After nonostante i protagonisti "young" contiene scene molto esplicite, termini molto poco fini. Per non parlare di una protagonista da cui non vorrei mai che un figlio prenda esempio. Ops. Peccato che ne siano stati acquistati i diritti cinematografici. O forse meno male, magari un sceneggiatore renderà la storia con del potenziale sprecato un po' più "guardabile".

Ho preso il libro prima ancora che ci fosse tutto sto boom, perché lo store Mondadori lo vendeva autografato. E io sono attratta dai libri autografati. Poi mi sono meravigliata che i seguiti uscissero come funghi uno dopo l'altro, mah? E io che sto aspettando da anni il continuo di alcune serie.
Il clamore della sua uscita, ma ecco anche le prime e tante recensioni negative. Ho aspettato molto per leggerlo, non volevo farlo perché ci sono alcuni aspetti del libro descritti da alcune recensioni che sapevo non mi sarebbero piaciuti. Poi eccomi a cercare una lettura frivola per staccare un po'.

Non starò qui a soffermarmi sulla trama, perché in realtà non c'è tanto da dire. Leggetevi il riassunto ed è tutto lì (ah, solo dopo ho scoperto fosse una fanfiction su Harry Styles) . Volevo abbandonare il libro già dai primi capitoli. Poi a fatica ho tirato avanti. Poi di nuovo la tentazione di abbandonarlo. Ma non volevo iniziare l'anno così. Lasciando un libro a metà.
Un po' sono contenta di essere arrivata al finale (tra l'altro cliffhanger), perché nonostante i cliché (storia vista e rivista) le sorti del libro le ho viste risollevarsi proprio solo verso la fine (unica parte in cui ho avuto solo un piccolo, ma piccolo eh, barlume di speranza verso il libro). Non per quello che succede, ma perché solo verso gli ultimi 2? Capitoli l'autrice è riuscita a mantenere la mia curiosità di leggere. Va bene. Ma sul serio, 5 libri??
Ok. Prendiamolo per quello che è. Una fanfiction che ha fatto fortuna. Tra l'altro l'autrice è pure brava a scrivere. Ma i protagonisti... Sul serio. Tessa. Spero che un ragazzo non incontri mai una tipa come te. Tradire spudoratamente il proprio ragazzo qualche pagina dopo aver detto di non essere così. Continuare a farlo. Un ragazzo di una vita. Che praticamente fa da comparsa solo per farci pensare "oh povero sfigato...". Ma è una cosa talmente ridicola che davvero, che solo attraverso la lettura del libro si può capire (tanto da chiedersi, ma sto davvero leggendo questo?). Passando oltre, sono cose che possono succedere. Ma il tutto è descritto malissimo (insomma abbiamo visto e rivisto anche questo in altri libri, quale santarella non tradisce il suo santarello per il badboy del momento?). A volte sembrava che l'autrice lo facesse apposta, di mettere in bocca parole o pensieri alla protagonista per renderla ancora più tonta e detestabile.
Il finale me lo aspettavo. Gli indizi c'erano tutti. Hardin ha seriamente bisogno di uno psicologo. Ma uno bravo. I litigi continui, ma avete almeno consultato l'oroscopo? Secondo me, siete proprio due segni che non stanno bene insieme. Ma si sa, è proprio questo volersi e lasciarsi che attrae sempre... Ahhh!
Ah. Tessa in realtà è super intelligente. Anche se non studia quasi mai (apre e chiude il libro nel lasso di tempo che dedica al suo "studiare", a quanto pare è una supereroina dotata di poteri) e salta le lezioni dopo aver conosciuto il nostro badboy. Però è sempre più avanti degli altri nelle lezioni per questo può permetterselo. Okay.

Un peccato davvero... Ci sono state parti più no che si nel libro. Come accennato l'autrice è brava a scrivere. Ha uno stile semplice, scorrevole. Sa quando mantenere l'attenzione, quando inserire determinati elementi nella trama per poterla rendere più interessante. Ma ha abusato troppo di alcune scene ripetitive, sviluppato male altre. Rendendo i protagonisti più stupidi di quello che in realtà potrebbero essere... Accidenti a quel finale però. È furba Anna Todd. Speriamo solo migliori, anche se non ho tutte le intenzioni di leggermi i seguiti.
2/5 Stelle

Si salvi chi può. Cioè. Salvatevi e astenetevi dal leggerlo, voi che ancora potete.

lunedì 25 gennaio 2016

ANTEPRIME DeAgostini: Everneath e La notte che ho dipinto il cielo

Buongiorno lettori e buon inizio settimana! Sono qui oggi per presentarvi due succulente anteprime firmate DeAgostini: Everneath e La notte che ho dipinto il cielo.

Amore, morte, mitologia.
 Il primo capitolo di una nuova trilogia paranormal che sta conquistando il web.
 “Straordinario! Una bellissima reinterpretazione del mito di Persefone.” Ally Condie, autrice di Matched
 “Bellissimo! Una perfetta fuga dalla realtà.” Becca Fitzpatrick, autrice del bestseller internazionale Il bacio dell’angelo caduto

Titolo: Everneath (Everneath #1)
Autore: Brodi Ashton
Editore: DeAgostini
Data uscita: 26 Gennaio 2016
A volte l’Inferno è più vicino di quanto immagini. Per molte, moltissime settimane Nikki Bennett è scomparsa, svanita nel nulla. Senza nemmeno una parola o una spiegazione. Perché una spiegazione razionale per quello che le è successo non c’è. Nikki è stata risucchiata all’Inferno, imprigionata in un mondo disperato e privata di tutte le emozioni. Adesso, però, le è stata data una possibilità: quella di tornare a casa per sei mesi, sei mesi soltanto.
Nikki è decisa a riprendersi la propria vita. Vuole trascorrere ogni singolo minuto con la famiglia e con Jack, il ragazzo che ama più di se stessa. Ma c’è un problema: Cole, l’Eterno dal fascino oscuro che l’ha seguita dall’Oltretomba e che è pronto a tutto pur di riaverla. Nikki sa di avere pochissimo tempo per cambiare il proprio destino. Prima che l’Inferno la reclami… questa volta per sempre.
L’indimenticabile storia di un amore maledetto e immortale. Il mito classico di Persefone torna a vivere nelle pagine del primo capitolo di una nuova, bellissima serie dalla suggestiva cornice paranormale.
Brodi Ashton vive nello Utah, insieme al marito e a due figli ancora piccoli che non hanno idea del perché la loro mamma trascorra tanto tempo davanti a un computer. Si è laureata in Giornalismo e ha conseguito un master in Relazioni Internazionali alla London School of Economics. Everneath è il suo romanzo d’esordio.

Nominato romanzo Young Adult della BEA 2015 
 (la Book Expo of America, la fiera dell’editoria più importante al mondo) 
 Il romanzo d’esordio più atteso dell’anno. Una storia romantica, commovente, inaspettata, dolorosa e piena di speranza. Come la vita, come l’amore. 

“Un romanzo che tutti dovrebbero leggere” Entertainment Weekly
“Non sapevo se divorare il libro o gustare ogni singola frase. Meraviglioso!” Morgan Matson, autrice bestseller di Noi due ai confini del mondo
“Una storia piena di poesia che ci ricorda che la vita può riservarci sempre qualche sorpresa.”
Jennifer E. Smith, autrice di La probabilità statistica dell’amore a prima vista


Titolo: La notte che ho dipinto il cielo
Autore: Estelle Laure
Editore: DeAgostini
Data uscita: 16 Febbraio 2016
Per Lucille, diciassette anni e una passione per l’arte, l’amore ha il volto della sorellina Wrenny. Wrenny che non si lamenta mai di niente, Wrenny che sogna un soffitto del colore del cielo. E poi ha il volto di Eden. Eden che è la migliore amica del mondo, Eden che sa la verità. Quella verità che Lucille non vuole confessare nemmeno a se stessa: sua madre se n’è andata di casa e non tornerà. Ora lei e Wrennie sono sole, sole con una montagna di bollette da pagare e una fila di impiccioni da tenere alla larga. Prima che qualcuno chiami i servizi sociali e le allontani l’una dall’altra.
Ma è proprio quando la vita di Lucille sta cadendo in pezzi che l’amore assume un nuovo volto: quello di Digby. Digby che è il fratello di Eden, Digby che è fidanzato con un’altra e non potrà mai ricambiare i suoi sentimenti. O forse sì?
L’unica cosa di cui Lucille è sicura è che non potrebbe esserci un momento peggiore per innamorarsi…
Il romanzo d’esordio più atteso dell’anno. Una storia romantica, commovente, inaspettata e piena di speranza.
Come la vita, come l’amore. Come tutti i colori del cielo.
Estelle Laure è laureata in discipline dello spettacolo e si è specializzata in scrittura creativa per bambini e ragazzi al Vermont College of Fine Arts. Grande appassionata di Kurt Vonnegut, crede nell’amore, nella magia e nella capacità di affrontare le verità scomode. Vive a Taos, nel New Mexico, con i suoi due figli. La notte che ho dipinto il cielo è il suo sorprendente romanzo d’esordio. www.estellelaure.com

Cosa ne pensate?
Vi ho incuriositi?
Sono particolarmente attratta da "La notte che ho dipinto il cielo" 
ma ve ne parlerò meglio in futuro!

mercoledì 20 gennaio 2016

WWW Wednesday #37

Buondì lettori! Non spaventatevi come sempre, non ho letto come un fulmine in questi giorni. L'ultimo WWW Wednesday risale a dicembre, quindi praticamente è da un mese che non pubblico la rubrica. Motivo per cui ho accumulato le così tante letture che vi mostro qui di seguito. Molto probabilmente vista la mia scarsa costanza con questa rubrica dovrei cambiarla con un monthly recap delle letture, che penso sia più appropriato... ma vedremo! Cosa ne pensate?
WWW Wednesday è una rubrica del mercoledì ideata dal blog Should be Reading con l'intento di riportarvi le nostre letture concluse, in corso e future.
  1. What are you currently reading? Che cosa stai leggendo?
  2. What did you recently finish reading? Cosa hai appena finito di leggere?
  3. What do you think you’ll read next? Cosa pensi leggerai in seguito?

Che cosa stai leggendo?


Sto leggendo "Tutti i miei robot" di Isaac Asimov. E' da tempo che voglio approcciarmi all'autore, sebbene la fantascienza non sia un genere che leggo solitamente. Ho apprezzato moltissimo i primi racconti, ora sono quasi a metà lettura e devo dire che alcuni robot mi stanno decisamente piacendo più di altri!

Che cosa hai appena finito di leggere?


Ho letto "Il segreto della crisalide" della blogger Denise Aronica e spero di potervene parlare presto! Ho maratonato poi la serie "Silver" di Kerstin Gier in vista dell'uscita dell'ultimo volume. Mi era piaciuto molto il primo, purtroppo devo dire che a serie terminata sono rimasta un po' delusa. Per natale ho letto "Let it Snow", lettura carina. Finalmente ho avuto modo di leggere "L'esatte dei segreti perduti" e "Lo sbaglio più bello della mia vita", il primo mi ha un po' sorpresa, mi aspettavo qualcosa di diverso. Il secondo mi è piaciuto abbastanza. "Quel fantastico peggior anno della mia vita" lo volevo dai tempi dell'uscita in lingua, in vista del film ho deciso di prendere l'edizione italiana, purtroppo anche questo libro mi ha un po' delusa. Ho finalmente letto "Il signore delle mosche", poi per staccare un po' ho letto "Una brava ragazza" che non mi è piaciuto per niente...idem per "After". Lettura positiva è stata invece quella di "La bambina numero otto" (Qui la mia recensione.)

Cosa pensi di leggere in seguito?


Inizierò la serie Will Piper con "La biblioteca dei morti" di Glenn Cooper che voglio leggere da moltissimo tempo e che mi sono finalmente procurata!

E a voi come sono andate le letture?
Cosa state leggendo di bello?
Avete qualche libro da consigliarmi?
Volete leggere una recensione in praticolare?
Fatemi sapere!

domenica 17 gennaio 2016

Recensione - La bambina numero otto di Kim van Alkemade

Buon giorno lettori e buon fine settimana! Come stanno procedendo le vostre letture? Oggi vi parlo di un libro davvero particolare, che ho avuto modo di leggere in anteprima grazie alla CE in questione. Ovvero "La bambina numero otto". La recensione di oggi è più lunga del solito, ma davvero, c'è tanto da descrivere. Spero vogliate approfondire la storia, perché secondo me merita di essere letto!

Titolo: La bambina numero otto
Autore: Kim van Alkemade
Editore: DeAgostini
Prezzo:  16,00
Pagine: 384
Data uscita: 12 Gennaio 2016
New York, Anni Cinquanta.Per Rachel, infermiera dalla vita regolare e solitaria, il passato è un buco nero dal quale è riuscita a fuggire per miracolo. Quando però incontra Mildred Solomon, anziana paziente senza più speranze di guarigione, d’un tratto qualcosa nel suo subconscio si slaccia, i ricordi rimossi tornano a galla, prendono il sopravvento. Perché Rachel e la Dottoressa Solomon, come la donna vuole essere chiamata, si sono già conosciute tanto tempo fa, quando Rachel non era ancora Rachel, ma solo la bambina numero otto, un’orfana di pochi anni affidata a un istituto nel Lower East Side di Manhattan. Ma chi è veramente la Dottoressa Solomon? La madre surrogata che si prendeva cura degli sfortunati orfani - unico raggio di luce nella tormentata esistenza della piccola Rachel - o una donna fredda e cinica, votata alle proprie ambizioni e pronta a tutto nel nome della scienza? Solo chiamando a raccolta i fantasmi della memoria Rachel potrà trovare le risposte di cui ha bisogno, e diventare finalmente padrona del proprio destino. Kim van Alkemade prende spunto da fatti realmente accaduti per mettere in scena un dramma incalzante sui temi dell’abbandono, del tradimento e del riscatto. Creando, nella figura di Rachel, un’indimenticabile eroina in bilico tra luce e ombra, tra vendetta e perdono.
“«Ho tanta fame. Ho fatto qualcosa di brutto? Per questo non mi danno niente da mangiare?».
«Non sei stata cattiva, anzi, stai facendo una cosa molto importante per la scienza». La bambina la guardò senza capire. «Una cosa importante per me»” - da La bambina numero otto,  Kim van Alkemade
La verità è che siamo fortunati. Fortunati nel ricevere cure, nel sopravvivere a malattie che ad oggi chiamiamo innocue grazie ai farmaci distribuiti per curarle. Ai medici competenti in grado di riconoscerle. Giù una pillola, o via un vaccino. E' vero, che senza la sperimentazione non saremmo in grado di definire molte cose, di averne scoperte tante altre. Ma c'è un limite a tutto, soprattutto quando c'è in gioco la vita di un essere umano, ancor peggio quella di un bambino. Senza consenso diventa tortura, i soggetti diventano cavie.
La bambina numero otto non è un libro facile da affrontare, soprattutto nelle prime pagine. Detto sinceramente, le sperimentazioni scientifiche per il progresso sono uno di quei temi che trascuro, o trascuriamo. Ne siamo a conoscenza, ma le ignoriamo. Raramente ci capita di approfondire.
La dottoressa Solomon, antagonista della storia, non si pente,  si giustifica. Continua a farlo dopo tutta la sua carriera. Giustifica i suoi mezzi, con la scusa di trovare cure. Ma quando un bambino, già strappato alla famiglia e orfano, ma soprattutto ignaro, viene involontariamente preso e obbligato a sottoporsi a certi trattamenti per puro "esperimento", non è ingiusto? Un bambino che diventa cavia. E poi cresce, ignaro del corpo che col tempo si distrugge, più in fretta di altri.
“A volte bastava un unico evento isolato per spezzare, interrompere o deviare il corso di una vita, come un colpo da biliardo che ridisegna posizioni e traiettorie delle palle sul tavolo.” - La bambina numero otto, Kim van Alkemade
Il bambino in questione è una bambina, Rachel il suo nome. Piccola e quindi non in grado di intendere, volere o rifiutarsi. Ebrea di famiglia, strappata dalla madre dopo la sua violenta morte avvenuta per "incidente". Un padre che non può nemmeno definirsi tale, che scappa e abbandona lei e suo fratello maggiore Sam. Orfanotrofio per lui, Brefotrofio per lei. Una promessa di famiglia, di riunione. Per l'unica famiglia che gli sono rimasta, lei e lui. Ma il destino li allontana, forse per sempre, forse solo temporaneamente.

Rachel c'è nel momento sbagliato. Nonostante gli agi di vitto e alloggio in periodo di crisi e di guerre, ha la sfortuna di capitare come paziente tra le mani di una dottoressa giovane e ambiziosa. Ecco quindi partire gli esperimenti, continui, crudeli, estenuanti.
Passano anni, Rachel è infermiera. Rachel è calva. Lo è sempre stata, sin da piccola. Credendo di avere avuto una malattia da curare, curata con questo risultato.
Ma quando le capita in mano la paziente Solomon, riaffiorano piccoli ricordi. Una ricerca la porta finalmente a capire. Vendicarsi? O essere migliore?

Un esordio davvero impressionante. Ho iniziato la storia con in mente un'idea data dalla trama. Poi mi sono ritrovata immersa tra passato e presente della protagonista. Un passato davvero duro, difficile. Quante sfortune possono capitare tutte insieme ad una povera bambina? Tante. A volte sembra che il destino ce l'abbia con noi. La lettura è andata un po' rallentando verso la metà, dovuto al fatto che viene effettivamente dato ampio, ampissimo spazio al conoscere la Rachel del prima. Il dopo è poco, come se l'importante non fosse la vendetta, ma scoprire il male di Rachel, dell'umanità. E' difficile non compatire la protagonista, sbuffare per alcune sfortune, gioire nel vederla poi in qualche modo indipendente.
Ho apprezzato molto la lettura del romanzo, ho imparato molto. A livello umano, fa riflettere. Voi cosa scegliereste, cura o vendetta?
Un romanzo che consiglio caldamente a chi nell'innocenza di un anima vede la crescita e la forza di subire ma di rialzarsi.
3.5

martedì 12 gennaio 2016

Teaser Tuesday #63 - La bambina numero otto

Buongiorno lettori! Dopo tantissimo tempo ecco tornare anche la rubrica Teaser Tuesday! Attualmente ho in lettura "La bambina numero otto" di Kim Van Alkemade che guarda caso è in uscita proprio oggi 12 Gennaio per DeAgostini Book Me. Ho avuto l'opportunità di leggerlo in anteprima e devo dirmi che mi sta piacendo davvero molto!
Teaser Tuesday è una rubrica del martedì ideata dal blog Should be Reading con lo scopo di condividere con voi lettori uno spezzone di un libro che abbiamo attualmente in lettura.
  1. Prendi il libro che stai leggendo 
  2. Apri ad una pagina a caso 
  3. Condividi qualche riga di testo della pagina 
  4. Attenzione a non fare spoiler! 
  5. Riporta il titolo e l'autore del libro

Il sonnifero aveva funzionato: quando la sveglia mi buttò giù dal letto mi sembrava di essermi appena addormentata. Dovetti mandare giù un bel po’ di caffè forte (senza latte perché era finito) per dissipare la nebbia che avevo in testa. Ero talmente ansiosa di affrontare la dottoressa Solomon che arrivai alla casa di riposo molto prima del solito. Avevo calcolato tutto: le avrei somministrato una dose leggera, alle otto, prima degli altri pazienti; poi l’avrei lasciata per ultima nel giro di visite di mezzogiorno, quando gli effetti della morfina avrebbero cominciato a scemare.Volevo che fosse vigile. Doveva rispondere a molte domande. Avevo appena indossato la divisa e stavo per timbrare il cartellino, quando mi accorsi che Gloria mi aveva messo di turno per il giorno seguente. Quando l’aveva fatto? Di solito tra un turno lungo e l’altro ci spettava almeno un giorno di riposo. Con un tempismo perfetto Gloria entrò nella saletta. «Buongiorno, Rachel. Mattiniera come sempre». «Non capisco questi turni. Domani dovrei avere la giornata libera, no?». Non potevo rimandare l’appuntamento con il dottor Feldman, non sarei riuscita a tenere sotto controllo la paura un giorno di più.
Cosa ne pensate? Voi cosa state leggendo? 
Fatemi sapere!

lunedì 11 gennaio 2016

Recensione - La nostra ultima canzone di S.K.Falls

Buon giorno lettori e buon inizio settimana! Nuova recensione per voi, di uno degli ultimi libri che ho letto nel 2015, sto parlando di "La nostra ultima canzone" di S.K.Falls uscito da noi grazie a Piemme (che ringrazio). Ammetto di aver giudicato il libro un po' troppo presto, l'impatto non è stato dei migliori. Entrare in empatia con la protagonista è molto difficile per via della sua "malattia", ma ve ne parlo meglio nella recensione!

Titolo: La nostra ultima canzone
Autore: S.K.Falls
Editore: Piemme
Prezzo: 17,50
Pagine: 348
Data uscita: 17 Ottobre 2015
Il più grande desiderio di Saylor è ammalarsi, solo così, pensa, chi le è accanto la noterà e le vorrà bene. Ha la Sindrome di Munchhausen, infatti, e ogni scusa è buona per entrare in contatto con germi e malattie. Così, quando il suo psichiatra le consiglia di andare a fare volontariato per i gruppi di auto-aiuto, accetta con grande entusiasmo: per ammalarsi non c'è niente di meglio che passare del tempo in ospedale. Lì Saylor conosce un gruppo di ragazzi, malati terminali, e inizia a frequentarli Tutto si basa su un equivoco, loro pensano che anche Saylor sia molto malata, ma lei non ha alcuna intenzione di fargli cambiare idea, perché per la prima volta si sente a suo agio con dei ragazzi della sua età. Tra di loro c'è Drew, un ragazzo bellissimo, un musicista, di cui a poco a poco Saylor si innamora. A separarli c'è quella tremenda bugia, Saylor non ha davvero la sclerosi multipla, ma a unirli c'è una forza potentissima, che li spinge a credere di conoscersi da sempre.
 

"Tanto per essere chiari: non stavo cercando di ammazzarmi. Noi affetti dalla sindrome di Münchausen siamo patiti delle malattie, ma non tanto della morte. Quella la lasciamo ai depressi." - Da La nostra ultima canzone, S.K.Falls



Per cercare di capire la protagonista Saylor bisogna partire da qui, questa parolona che io personalmente non conoscevo, questo disturbo che è difficile capire e apprezzare: Sindrome di Münchausen. Cos'è? Cosa fa? All'inizio ci troviamo sgomenti davanti ad una protagonista che sin da piccola si fa del male, non del male comune. Non del piccolo male. No, siamo di fronte ad una bambina che per attirare l'attenzione ingoia un ago, si taglia, brama l'ospedale. Brama dunque il dolore? La vista del sangue? La pena e la sensazione che provoca? No. Dietro a tutto questo c'è di più: una famiglia con un padre perennemente assente, una madre che non vuole guardare in faccia il problema. Saylor attira così l'attenzione, vorrebbe essere malata, è affascinata soprattutto dalle malattie terminali o quelle inspiegabili. Invidia i bambini che possono trascorrere la maggior tempo del loro tempo in ospedale, cullati da infermiere e parenti. Malattia. Certo. Come entrare in empatia con una protagonista così? Ammetto che all'inizio è stato difficile. Molto difficile. Leggere tutto il dolore che si provoca Saylor, cose impensabili e orripilanti da accettare, eppure eccomi qui ad aver apprezzato la lettura di "La nostra ultima canzone" a dispetto di ogni partenza bruta e aspettativa.
Ci avviciniamo lentamente, di soppiatto. Un po' con la bocca aperta, a volte cercando di chiudere gli occhi. Quanto deve essere brutto trovare nel dolore fisico l'unica via d'uscita? Eppure a volte la vita riserva altre sorprese, proprio quando stai per arrivare in fondo. Saylor incontra Drew nel gruppo di sostegno per malati terminali in cui non dovrebbe essere, ma che per equivoco la porta a frequentare continuamente. Drew a differenza sua però malato lo è veramente: diatassia di Friedreich. Potrebbe non muoversi più.
Mentire oltre che ferirsi, Saylor si innamorerà immancabilmente di Drew, ma la verità che gli tace è grande, troppo grande. Si ritroverà così a dover far fronte ai suoi problemi e decidere cosa vale la pena fare.
La nostra ultima canzone è un libro di grande impatto, ma non è per tutti. Consigliato a lettori forti, coraggiosi. A lettori che non hanno paura di giudicare.
4/5

Cosa ne pensate? Vi incuriosisce? Ammetto di aver storto un po' il naso leggendo la trama e guardando la copertina. Ma per questa volta...meno male non mi sono fermata ai pregiudizi!
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